vendredi 19 octobre 2012

Aiguille du Peigne parete Nord, "Full Love" V,5+,M6 R,550mt


Aiguille du Peigne,parete Nord,"Full Love" V,5+,M6R



Photo Jeff Mercier
 L'autunno qui a Chamonix é iniziato nel modo più classico, con tanto maltempo a partire da metà settembre. Precipitazioni,pioggia a 3000mt poi neve a 1500 poi ancora pioggia e neve. Mentre moltissime persone abbandonano la valle per destinazioni più soleggiate, io ed il mio socio Jeff abbiamo iniziato la stagione di Dry Tooling clamorosamente presto. Il motivo di questo allenamento  é ben visibile dalla valle, sottili lingue di neve pressa si disegnano poco a poco sulle guglie di granito che strapiombano Chamonix. Un paio di idee per approfittare di queste condizioni le avevamo,e l'eccitazione data dal fatto di poter lasciare spazio alla propria creatività ha trasformato il tedio post estivo in carica pre invernale.Appena il tempo si é sistemato per qualche giorno siamo saliti alle Aiguille e ne é uscita una salita che ci ha dato una grande soddisfazione e qualche crampo alle braccia (Die Hard) . Questa salita sembra avere motivato parecchie persone a tirare fuori le picche.
Photo Jeff Jon dans L1
Photo Jeff. Korra suL2 
Il nostro amico Julien Désécures gran conoscitore del massiccio, come al solito si é presentato con un'idea geniale, tirare una via di misto sulla parete nord del Peigne una montagna che porta particolarmente bene il suo nome (guglia del pettine). Non si tratta certo di una montagna conosciuta per le sue vie di ghiaccio,piuttosto per le sue placconate scoscese e qualche zona di diedri e fessure, sopratutto la parete nord, dall'aspetto alquanto liscio. Mi sono sempre detto che qui a Chamonix se una porzione qualsiasi di una montagna cosi vicina agli impianti é ancora nel 2012 senza vie é che ci devono essere ottime ragioni per cui non ce ne siano . Diciamo che il piu delle volte una via vecchia  c'é già,il fatto é molte di queste sono praticamente sconosciute. Julien ci mostra il tracciato di una via aperta 45 anni fa da due britannici sconosciuti,Fullelove e Robertson, aperta quasi esclusivamente in artficiale con difficoltà di 6 grado e A3. Salire a distanza di 45 anni una via quel tipo armati di friends e picche/ramponi ci é sembrata un'idea geniale. Un'idea importata dagli scalatori anglosassoni per i quali una via di roccia poco gloriosa a causa della natura ed esposizione della via, magari all'ombra, umida, ed incassata tra profondi camini avrebbe potuto fare un'eccellente scalata su misto e ghiaccio. La Rebuffat Terray diventata Carrington-Rouse ne é un esempio. L'idea di Julien ci é piaciuta subito,ma al di la della fattibiltà della via restava da discutere la tattica, non una tattica per rendere il progetto piu facile,piuttosto per renderlo piu divertente. Per non doverci spartire la via in tre decidiamo di formare due cordate autonome, Jon Griffith completa il nostro team e farà cordata con me.Porterà buon'umore e le sue grandi qualità di fotografo. Un avvicinamento per dare un'occhiata alle possibili linee di salita ci é sembrato indispensabile saliamo dunque alla base della parete e gia che ci siamo visto che é difficile resistere alla tentazione anche scalare i tiri iniziali e fissare le nostre corde. Dal ghiacciaio immaginiamo una linea diretta e improbabile il fatto di essere in 4 ci distrae dai dubbi e l'insicurezza data da questa linea effimera placchette di neve dall'aria ben sospetta.
 Scaliamo fianco a fianco e ci divertiamo per bene. L'avvicinamento e ridiscesa al rifugio su pietraia e morena coperta da dieci centimetri di fresca  non sono stati certo dei più riposanti ed é con un certo piacere che approfittiamo del lusso del rifugio del Plan de l'Aiguille. Sveglia alle 4 e risalita della morena e delle corde,il fohn soffia piuttosto forte e qualche colata di neve rende il tutto un po piu serio.Eccoci ai piedi del bastione compatto e non ci resta altro da fare che provare a salire sperando che nessuna placca liscia  ci blocchi, e che i "placage" tengano, e di poter proteggere un minimo...alla fine é un po come un apertura,sappiamo solo che da qualche parte sotto la neve c'é una via di 6°grado e artificiale difficile.
Photo Jeff Mercier 
Photo Jeff
Parto in direzione di un diedro ghiacciato e lo raggiungiamo in due tiri molto belli. Ogni tiro portava le nostre speranze perché il sogno non si interrompa.Poca ricerca di itinerario la via sale su dritto fino in cima. Jon qui nella foto come sempre é di buon umore.
Photo Copyright Jon Griffith

Photo Copyright Jon Griffith

Photo Copyright Jon Griffith
Per fortuna si riesce anche a proteggere un po e riesco anche a trovare soste abbastanza decenti da ospitare fino a tre persone. Il diedro con lama di roccia sul lato é mitico. Il tiro seguente non é da meno.
Photo Copyright Jon Griffith
La lingua di neve si interrompe ma fortunatament un po di dry non ci spaventa mai. Una zona di placche si avvicinita e la pressione sale.
Photo Jeff Mercier

 Arriviamo dunque ai piedi di una zona di placche una fessurina diagonale sembra  riportare su un placage.Un po di neve in meno e tutto sarebbe stato ancora piu complicato,un'altro tiro d'antologia,
Photo Copyright Jon Griffith

Photo Copyright Jon Griffith



 Dopo questo tiro di misto un'altro diedro ghiacciato sembrerebbe portarci fuori dalla zona di placche e verso la parte piu verticale della parete.
Copyright Photo Jon Griffith
Photo copyright Jon Griffith
Copyright Jon Griffith
 Seguono due tiri di misto molto belli il primo con passaggi verticali con uscita su neve inconsistente. Il secondo é un'altro tiro da antologia 30metri molto sostenuti ,molto bello per nulla facile soprtautto una parte poco proteggibile ,qualche chiodo ci indica che non siamo i primi a passare da quelle parti molto piu probabilmente siamo i primi a passare in libera ed in ogni caso in modalità misto moderno.



 La via esce a qualche metro dalla punta del Peigne.Siamo scesi al buio per la via di discesa classica che consiste nel fare una doppia di 30 metri versante Cham dalla punta fino a una terrazza ,altre 3 25 mt fino alla cengia di quarzo versante Pélérins dopodiché si traversa all'orizzontale a mano destra 3/4grado fino ad una sosta da dove si fa una doppia di 60 o (più doppie corte) metri fino al canale che separa Peigne e Gendarme Rouge ,25 metri sotto il colletto (in estate si puo raggiungere il colletto con scalata e doppie corte molto in diagonale). Dal colletto scendere sempre lungo la via normale ovvero scendendo traversando nettamente a destra verso un gendarme que si lascia a destra poi in un canale per qualche decina di metri in seguito nettamente verso la sinistra al di sopra delle placconate fino al punto in cui si giunge alla cresta dei Papillons dove questa finisce contro la parte superiore del peigne. Doppi di 25 mt a sinistra lato AIguille du Midi 30 mt facili poi altra doppia da 30 si raggiunge quello che di solito in estate é un sentiero scosceso ,ometti, Scendere fino ad un balzo piu ripido traversare sempre su traccia a sinistra poi raggiungere il nevaio che fondendo ha lasciato 20mt di placche abbastanza difficili doppia possibile.
Gran bella uscita tra amici. Una via d'antologia tra le più belle e varie del massicio aperta in libera con due set di Cam BD dal 00 al 2 più un 3 , dadi,e pure una vite da ghiaccio. Lasciato in via un chiodo ed un dado.
4cordate su Beyond
Die Hard é gonfiata tanto che i ripetitori hanno fatto solo qualche metro in dry!!
Carrington Rouse, molto grassa e frequentata
Danno molto caldo i prossimi giorni se danno fohn forte non contate sulla prima funivia, il rifugio é ottimo e aperto ancora un po di giorni.
Ottime condizioni anche al couloir nord del Dru.
Fil a plomb formato avvicinamento brutto.


vendredi 5 octobre 2012

Aiguille des Pélerins NF Die hard Rep-a-Line

After a few weeks of mainly bad weather ,we assumed conditions on the mountains might be not too bad and were keen as usual to go Alpine.
Since we had not much good weather left we decided instead to go rock climbing at the Flames de Pierre. Basically is still early autumn and we have no idea of what is doable because nobody has been climbing mixed as far as we know. Indeed the clear past two nights made temperature drop a little bit, just enough to made the white slushy snow that plastered the North side of the Aiguille de Pelerins consolidate into some nice looking runnels. We were on our way toward our rock climbing destination but we couldn't stop looking in awe  the walls looming right over the trail at Plan de l'Aiguille. At some point we stopped and before giving it a second thought, decided to skip rock shoes with our tools and go mixed climbing.
The route we decided to try was the little known "Dard-Reppelin" a line that climbs directly up the steep shield of compact rocks just to the right of the famous "Beyond the good and the evil".
It's a old aid route climbed in 67 by Dard and Reppelin then repeated a few years later by J.M.Boivin and J.M.Cambon
Since then little or nothing is known about the route.We had this idea of giving a second life to this obscure route by making a mixed climbing out of it. It seemed to represent about all what we cheerish. Steep rock and ice,obscure line ,no information available,yet to be climbed free...After a quick  descent to the valley to get the necessary equipment we walked to the base to give the route a close look. Once at the base a large grin appeared on our faces, we were not at the wrong place! We couldn't resist the temptation of climbing up a couple of pitches so we fixed our two ropes before rapping down to the glacier.
We had a lot of options for bivy but we choose to descend to the boulders that cover the glacier a couple hundreds meters below.After a pretty chilly but comfortable night we started our climbing before daylight.


A couple of pitches later we started up a monster corner system,big surprise there was some pretty cool and steep runnels of snow at the bottom of the corner


Nice looking runnels
The following six pitches ranks among the most interesting pitches both of us have done on Alpine terrain. It's really a unbeliavable climb that should interest  mixed climbers.

A Jeff M7 is not alike those M7 claimed by some solo climber on a huge himalayan face 
We felt this route was more difficult than other super-classic overlooked routes and is definetely a testpiece of mixed climbing here in the Mont Blanc Range . Go for it!

Jeff belay from the top of a stiff section

Me Full-on climbing for 45 mt

I saw tons of climbers claiming hard mixed grades for any ridiculously poor outcrops on walls that might actually be skied. Sometime solo,at high altitude. C'mon. It's super lame. It take a few outings a year to transform any solid trad climber into a pretty good mixed-climber it's just about gettin used a little about handling tools. 

Jeff brandish his weapon
The  demanding climbing took the toll on us and we were somewhat relieved when the difficulty of the route mellow down a little once the corner system was below us. The remaining part was still awesome though.
We still had concern with the slabs on the top. From the photos we checked, it looked like the most delicate part. We were not sure it would go without a struggle. After so much of serious climbing we hoped to have deserved a bit of luck with conditions,it was right, most of the slabs were covered with good snow. In the end it was  after a total of 16 pitches that we topped out, a bit knackered, but happy. No words,no hugs not a special urge to escape the mountain,just a handshake and the cool feeling of a job well accomplished (the route went all free with zero pitons used,the most useless of all endeavours on a long alpine route,but is the only way we like, since we are living here year long) or anyway the part of the job that involve climbing up. We immediately started the tedious descent down the west flank of the mountain, the lower part was in awful conditions and we had to keep concentrate not to fuck up. Once we joined the trail we cache our bags and strolled down to Chamonix. On the way down after debating which route we would attempt next, we discussed the route and finally for fun we changed his name into Die Hard, Rep-a-line a fun word play, useless, like the climb we did, simply for the love of the game.The idea of transform a aid route in a mixed climb might seem foolish and also controversial when the aid route in question is a super classic and looks no way like a Alpine route. Old aid routes here sometimes happen to be fantastic mixed lines, with the proper conditions. we felt like we were climbing our own route up there also because the very limited amount of gear we found on route was useless. 
I cheerish the word play basically it represent my serious accident, most of us climbers at some point, have a bad accident a had a story about how hard could be to return as solid and motivate as before. This line represent what i wanted to be my return to Alpine climbing past accident.
Of course we don't expect anybody to call this line with another name than his original one.